Viviana Rasulo – fotografia fra origini e futuro.
Attraverso il mio lavoro non intendo né afferrare né calcolare il tempo, ma convertirlo da tempo “zero-passivo”, che Perls chiama “vuoto fertile”, ad un tempo narrativo mediante l’azione artistica. L’azione, secondo questa mia riflessione, diviene il fulcro attorno al quale il tempo si muove nello spazio, divenendo (domato ma non afferrato) già futuro. Arrendendoci all’incapacità umana di definire il tempo possiamo però dargli forma e in tal modo, collocarlo in uno spazio.
Questo concetto sarà quindi al centro del mio lavoro fotografico: il tempo nel momento in cui trascorre occupa uno spazio. Lo spazio è occupato da materia che collega piani e volumi diversi. L’azione, applicata alla materia, sarà così la mia rappresentazione del tempo che scorre.
L’origine, il punto di partenza, sarà inevitabilmente da cercare in me stessa e nella “storia” che mi rappresenta. In quest’ottica ho immaginato una serie di fotografie di piccolo-medie dimensioni stampate su plexiglass che si sovrappongono in sequenza, scorrendo nello spazio e nel tempo, sorrette da una leggera intelaiatura in ferro. Immagini che creano nuove immagini, così come le esperienze di vita sovrapponendosi danno forma ad un nuovo “sè” che sempre muta. Questo è il punto di partenza: inizio con elaborare un’immagine Greca, Atena simbolo di vittoria, civiltà e saggezza e seguo con immagini che, fuse in un tessuto vitale che fa da sfondo, vengono fuori fino a diventare figura e rappresentare nuovamente la forza che ci riporta all’immagine Greca.